Monkey Jungle, il pianeta delle scimmie
gennaio, 2015Ok, è un posto prevalentemente per bambini… ma è piaciuto anche a noi.
L’ingresso non è economico (circa 30 dollari per gli adulti e 25 per i bambini) e all’inizio ero un po’ perplessa, ma mi è bastato vedere i Java Macaques nuotare sott’acqua per recuperare i pezzi di frutta gettati dalla loro inserviente, per ricredermi. La cosa strana è che all’inizio del percorso in realtà i visitatori sono in gabbia e i macachi liberi, attorno a questo laghetto. Sono circa 130, discendenti da 6 capostipiti acquistati negli Anni ‘30 dal, credo, nonno della attuale proprietaria. Ora sono moltissimi, con una rigida struttura gerarchica molto complessa, che non starò a spiegarvi. C’erano anche un paio di piccoli appena nati, che restavano avvinghiati (letteralmente) alla madre. Dopo aver nutrito con uvetta secca e semi quest’orda affamata di lontani cugini, si può gironzolare e incontrare le scimmie-ragno, i mandrilli, gli squirrel monkey (scimmie scoiattoli), e altri tipi di primati che non sono in grado di elencare.
Ma la vera emozione, per me, è iniziata davanti a Mae, una femmina di orango del Borneo: seduta in maniera composta sul suo masso ci osserva per tutto il tempo della breve “lezione” che le guide del parco sono tenute a dare ai visitatori a intervalli fissi. Il suo sguardo sembra dire: “Embè? Cosa avete da guardare? Siete forse scemi?”
Altra storia con King, un gorilla maschio veramente impressionante, che, ci dicono, ha nelle braccia la forza di 10 uomini adulti. Anche lui è libero, con un largo fossato che lo separa da noi visitatori. Preso da un circo circa 25 anni fa, all’età di 10 anni, è senza gran parte dei denti (tolti, pare, proprio dai responsabili del circo per questioni di sicurezza…) e quindi non può stare con altri maschi. Ma anche con le femmine non gli va molto bene: non essendo una garanzia di protezione per l’eventuale prole (perché senza i denti non potrebbe difendersi o difenderli), non cedono al suo corteggiamento. Quindi è obbligato a restare da solo. Ma la sua attendente personale (apparentemente piuttosto affezionata a King) ci assicura che è un gorilla felice, intanto perché più abituato agli umani che agli altri animali e poi perché alla sera, nella sua “cameretta” dotata di aria condizionata e televisore, si guarda tutti i cartoni animati della Disney, che adora!
Ultima curiosità: per farlo mangiare bisogna tirargli il cibo (mele, banane, sedano, uva, e altra frutta e verdura) in sacchetti di carta, perché se il cibo tocca terra, gli fa schifo e si rifiuta di mangiarlo. Un gorilla viziato? Direi proprio di sì.
Per conoscere orari e indirizzo ecco il link al sito della Monkey Jungle.