L’Ancient Spanish Monastery di Miami
novembre, 2016La prima volta che ho sentito parlare dell’Ancient Spanish Monastery di Miami Beach ho pensato fosse uno scherzo: come fosse possibile che ci fosse un antico monastero spagnolo del XII secolo in un paese di cui ai tempi non si conosceva ancora l’esistenza, mi pareva francamente impossibile.
E invece… la spiegazione è molto semplice: nel 1925 William Randolph Hearst (editore, imprenditore, politico statunitense) ha acquistato il monastero e il chiostro dedicati a San Bernardo di Clairvaux, edificato vicino a Segovia tra il 1133 e il 1141, lo ha fatto smontare, numerare le pietre, imballare in oltre 11.000 scatole di legno, spedire negli Stati Uniti. Una cosa da pazzi!
Sfortunatamente per lui, in quello stesso periodo sono iniziati i suoi problemi economici e il monastero “smontato” è stato messo all’asta e conservato in un magazzino a Brooklyn per oltre 25 anni.
Nel 1952 è stato acquistato da due imprenditori e rimontato per essere usato come attrazione turistica; nel 1964 un banchiere multimilionario lo ha rilevato e donato al vescovo di Miami. Oggi è una chiesa episcopale a tutti gli effetti e le funzioni vengono tenute regolarmente sia in lingua inglese sia in spagnolo. È anche possibile far celebrare matrimoni o organizzare splendidi ricevimenti in giardino o sotto al chiostro medievale.
Dopo aver scoperto la sua storia eravamo incuriositi e quindi una domenica mattina siamo andati a North Miami Beach (più esattamente al 16711 West Dixie Highway) per visitare l’Ancient Spanish Monastery. I giardini sono curati e il chiostro, con le sue arcate gotiche e i soffitti a volta, è molto accogliente. La chiesa è più piccola di come ce la si aspetta.
Noi siamo arrivati poco dopo l’inizio della messa in lingua spagnola (verso le 12,15) e ovviamente la maggior parte dei presenti erano di origine latino americana.
Durante la messa non si può visitare la chiesa ma si può partecipare alla funzione, completa di musica d’organo e canti. La filosofia di questa congregazione è molto “inclusiva”: formata 1/3 da bianchi, 1/3 da neri e 1/3 da ispanici; giovani, famiglie single; gay ed eterosessuali; di ogni ceto sociale.
Sembra un bel posto, con una bella atmosfera. Spesso organizzano incontri a tema spirituale ma anche concerti di musica classica e organo
Vero è che per una mezz’ora mi è sembrato di essere realmente nel Vecchio Continente.
Tutto sommato andare a vedere l’antico monastero è stata una buona idea.